Privato di qualsiasi sostegno familiare – con l’eccezione del cugino Luigi Michelacci - in merito alle sue tendenze artistiche, Carlo Erba si forma a Milano sopravvivendo grazie a decorazioni murali e altri piccoli lavori e frequentando gli ambienti anarchici e i giovani artisti milanesi, da Russolo a Boccioni, a Carrà, a Bonzagni e Martelli. Dal 1912 due sue Ricerche sul colore indicano la svolta verso il futurismo. Partecipa infatti al gruppo d’avanguardia Nuove Tendenze pur senza rinnegare il figurativo dei primi anni di attività (Le prime case della città, 1911; Casolari a sera, 1912), che continua a esporre, cimentandosi inoltre con successo nell’incisione. Una sua acquaforte, Trottole del sobborgo, viene acquistata dal re Vittorio Emanuele e da essa nascerà anche un dipinto di intenso accento espressionista nel forte tratteggio delle figure e nel cromatismo acceso. In linea con la politica interventista futurista, Erba si arruola insieme a Marinetti, Sironi, Boccioni, Sant’Elia, Russolo e Piatti nel battaglione lombardo Volontari Ciclisti Automobilisti. Avrà tempo di lasciare le sue impressioni dal fronte in numerosi intensi disegni solo per un anno: Erba muore infatti nel 1917 colpito da una scheggia di granata. 1912: Milano, Esposizione Nazionale di belle arti 1914: Milano, I Esposizione del gruppo Nuove Tendenze 1915: Milano, Mostra dell’incisione italiana 1920: Milano, Mostra commemorativa dei soci morti in guerra 1944: Roma, Springbok Club (mostra personale) 1980: Milano, PAC, Nuove Tendenze. Milano e l’altro Futurismo; Torino, Mole Antonelliana Ricostruzione Futurista dell’universo

E. CRISPOLTI, M. ROSSI LECCE, S. MASSARI, Carlo Erba, una memoria nel futurismo 1884-1917, catalogo della mostra, Roma 1981 - R. BOSSAGLIA, E. CRISPOLTI, M. QUESADA, M. ROSSI LECCE, Carlo Erba e Milano 1884 – 1917, Milano 1984 - A. OTTOLINI, Carlo erba: incisore, in «Arte. Catalogo della Grafica Italiana», Milano 1987