Dopo la prima guerra mondiale studia decorazione murale presso l'Accademia di Belle Arti di Roma con Giulio Bargellini, al quale si affianca per affrescare la sede centrale della Banca d'Italia, dove esegue anche in proprio il ciclo allegorico "Storia della moneta italiana" (1924). Lavora anche presso i Ministeri degli Interni e della Giustizia e per il palazzo dell'INA (1925-27). Lascia opere anche presso la Cappella dei Caduti della Chiesa di san Bartolomeo a Busseto (Parma, 1928) e presso le Terme di Montecatini. Nel 1926 vince a Milano il Concorso Artistico Francescano con la pala raffigurante "san Francesco che predica ai pesci". Negli anni Trenta frequenta i pittori della cosidetta Scuola Romana, divenendo amico di Fazzini e Ziveri. Espone per circa un decennio: nel 1921 e 1923 alla I e II Biennale Romana, nel 1929 e nel 1930 alla I e II mostra del Sindacato Laziale Fascista e ancora nel 1930 alla Prima mostra nazionale dell'animale nell'arte; nel 1931 è presente alla I Quadriennale di Roma e nel 1936 alla Biennale veneziana. La Galleria "La Cometa", diretta da Libero de Libero, gli organizza due personali (1935 e 1936). Smette di dipingere poco dopo per dedicarsi allo studio dell'opera del poeta Giuseppe Gioacchino belli, bisavolo materno, sul quale intendeva pubblicare una biografia.

- R. LUCCHESE, Guglielmo Janni, Roma 1972 - M. FAGIOLO DELL'ARCO, Janni, catalogo della mostra, Roma 1986 - E. BADELLINO, scheda in V. RIVOSECCHI, Scuola romana, catalogo della mostra, Milano 1988, p. 296 - F.R.MORELLI, Guglielmo Janni, in La Pittura in Italia. Il Novecento/I, Milano 1992, vol. II, p. 924.