Dopo una prima formazione con Natale Betti, nel 1885 Nomellini si reca a Firenze grazie a una borsa di studio: all'Accademia di Belle Arti segue i corsi di Fattori e conosce Lega e Signorini.
Dal 1890 e per dieci anni Nomellini si trova a Genova. Vicino agli ambiento anarchici,in Liguria Nomellini matura scelte tematiche sociali che, insieme a una parallela produzione di carattere lirico e simbolista, vengono elaborate sul linguaggio divisionista. E' il catalizzatore del cosiddetto “Gruppo di Albaro”. A partire dagli anni novanta inizia un'intensa attività espositiva che lo vede partecipare ad importanti rassegne internazionali, a partire da Venezia, dove espone dal 1899 e Monaco, dove partecipa alla Secessione del 1900. Dal 1902 si trasferisce a Torre del Lago in Versilia, dove già aveva decorato con Pagni e Fanelli la villa Puccini. Inizia in questi anni anni l'attività di illustratore per l'amico poeta Pascoli e la contemporanea produzione pittorica e grafica dal simbolismo risorgimentale e patriottico alternata ancora a tematiche liriche e familiari. Nel 1904 viene nominato professore del Collegio dell’Accademia di Firenze mentre prosegue a esporre nelle principali manifestazioni artistiche nazionali e internazionali: presso la milanese Esposizione Nazionale del 1906 partecipa assieme al gruppo detto “Giovine Etruria”. Nel 1907 partecipa alla Biennale veneziana allestendo insieme a Chini, Previati e De Albertis la simbolista Sala del sogno.
Tra il 1908 e il 1919 l’artista si trova a Fossa dell’Abate presso Lido di Camaiore in uno studio frequentato da alte personalità della cultura e dello spettacolo italiani, come Gabriele D’Annunzio, per il quale nel 1912 realizza il manifesto e la grafica del libretto dell’opera Parisina. Prosegue anche l’attività di illustratore realizzando nel 1909 le copertine della rivista mensile “Il Secolo XX”. A Roma partecipa alle quattro edizioni dell’esposizione della Secessione (1913-1916/7) oltre all’Esposizione internazionale del 1911, in occasione della quale si occupa della decorazione del padiglione livornese. Trasferitosi a Firenze, nel 1920 presenta una personale presso la XII Biennale di Venezia. Sotto il fascismo realizza una produzione grafica di forte efficacia popolare che peraltro non gli risparmia la critica ufficiale de regime, che lo rimprovera di non avere partecipato a Novecento.
Più interessanti nei loro caratteri sperimentali e perché più vicini alla vena poetica di Nomellini, sono i paesaggi realizzati durante i soggiorni estivi a Capri (1921-1923), a Quercianella (1924-1926), a Ischia (1930) e a Marina di Campo (1927-1942).
Muore a Firenze nel 1942.
BIBLIOGRAFIA / ESPOSIZIONI
- M. BIANCALE, Plinio Nomellini, Roma 1946
- Mostra di Plinio Nomellini, Firenze-Livorno 1966. Catalogo della mostra a cura di R. MONTI e G. NUDI, Firenze 1966
- C. NUZZI, Plinio Nomellini, Firenze 1978
- Plinio Nomellini, Genova 1985. Catalogo della mostra a cura di G.F.BRUNO, Genova 1985
- P. PACCAGNINI, Un pittore per un poeta: Plinio Nomellini Illustratore Pascoliano (lettere 1901-1913), Massa 1988
- Plinio Nomellini. I colori del sogno, Livorno 1998. Catalogo della mostra a cura di E.B.NOMELLINI, Torino 1998, con bibliografia precedente
- Italie, 1880-1910. Arte alla prova della modernità, Roma 2000-2001, Parigi 2001. Catalogo della mostra a cura di G. PIANTONE e A. PINGEOT, Roma 2000, pp. 281-282.
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