Formazione autodidatta ed eclettica esordisce precocemente sul «Corriere dei Piccoli» (1909) e sulla «Domenica dei Fanciulli» (1911). Dopo la guerra, cui partecipa, collabora a diversi periodici, da «L’Illustrazione del Popolo» (1922-1924) al «Secolo XX» (1926), al «Giornalino della Domenica» (1927) e lavora come direttore artistico della collana “I grandi prosatori” della De Agostini (1920-29). Il suo è un segno potente che racchiude modellati di ispirazione nordica. Dal 1922 collabora con la ditta Lenci per bozzetti di arredi vari, stoffe, giochi, pupazzi ma anche ceramiche dal caratteristico stile fiabesco. Nel 1928 Leonardo Bistolfi cura una raccolta dei suoi disegni (anche quelli infantili). Illustra diversi libri: da Frankau (Il paese della felicità) a Bistolfi (Un po’ di destino, ed. Giani, Torino) fino al Barone di Münchausen di Raspe (Torino, Paravia, 1936) e alle collodiane Avventure di Pinocchio (Torino, Paravia, 1942). Tra gli anni ’30 e ’40 prosegue a illustrare riviste come «Topolino» (Milano, 1941), «Mondo Fanciullo», «Il Balilla» (Roma,1942) e nel 1938 si occupa delle scenografie del film Ettore Fieramosca di A. Blasetti. Presidente del CLN a Bordighera, scomparirà misteriosamente a Roma nel 1947.

BIBLIOGRAFIA: - L. BISTOLFI, Disegni di Giuseppe Porcheddu, Torino 1928 - M. FAUSTINELLI, Un maestro (sconosciuto o quasi) dell’illustrazione: Beppe Porcheddu, in Il castello di San Velario, Milano 1978, pp. 3-8 L. PROVERBIO, (Giuseppe Porcheddu), in "Lenci. Le ceramiche 1919-1937", Torino 1979, p. 121. ESPOSIZIONI: 1923: Biennale di Monza, I Mostra Internazionale delle arti decorative 1931: Torino, I Quadriennale d’Arte