Allievo prediletto di Duilio Cambellotti, nel 1912-1913 organizza e gestisce con Giuseppe Sprovieri una fabbrica di ceramiche a Treia (Civita Castellana) producendo vasellame decorato d’influenza cambellottiana e mattonelle in ceramica con riduzioni da dipinti futuristi, di cui realizzate effettivamente solo tre esemplari: due pezzi tratti da Severini e uno da Franz Marc. Nel 1915 la fabbrica chiude. A partire dal 1920 Rosati crea una cifra stilistica originale con presenza quasi esclusiva di elementi zoomorfi contornati in linee sinuose a tocchi-punti successivi di pennello; negli anni Trenta evolverà verso una stilizzazione geometrica delle figure dalla cromia accesa in stile Novecento. Dirige il laboratorio “La Fiamma”, fondato da Ferruccio Palazzi tra il 1923 e il 1924 e dopo la sua chiusura nel 1934 Rosati fonda un laboratorio per il Sanatorio Ramazzini. Si dedicherà anche all’affresco a tempera e ad encausto (Roma, villa Santangeli e Armati), all’illustrazione e all’insegnamento dirigendo l’Istituto d’Arte di Nove di Bassano (1937-39) e l’Istituto d’Arte di Grottaglie (1937-1949).

BIBLIOGRAFIA: - M. QUESADA, Duilio Cambellotti e la ceramica a Roma dal 1900 al 1935, catalogo della mostra, Firenze 1988. -DEL PRIORE, "Civita Castellana culla della ceramica futurista", in Informatore Civitonico, n. 10 1983. ESPOSIZIONI: 1923: Biennale di Monza, I Mostra internazionale delle arti decorative 1946: Scuola di ceramica, Grottaglie (TA), I° premio.