Studia scultura con O. Tabacchi e disegno con E. Gamba all'Accademia Albertina di Torino. Comincia ad esporre giovanissimo con successo di critica: nel 1893 il gallerista Goupil acquista l'opera Dopo il voto presente al Salon di Parigi. Seguono numerose partecipazioni alle Biennali veneziane (1895, 1897, 1903, 1910, 1912) e alle rassegne internazionali (Parigi, Londra, Dresda, Monaco), attraverso cui si fa conoscere negli ambienti dell'alta società ottenendo commissioni per ritratti e monumenti funerari. Nel 1910 si reca in Russia dove la famiglia reale dei Romanov gli affida, tra l'altro, l'esecuzione del Monumento allo zar Alessandro II (distrutto nel 1917). Trasferitosi definitivamente a Roma, dal 1926 risiede nella "Fortezzuola" di Villa Borghese, oggi Museo Canonica dove sculture e dipinti testimoniano settanta anni di carriera: famosi i suoi ritratti femminili per l'alta qualità esecutoria e la carica introspettiva: Ritratti di Emily Doria Pamphilj, di donna Franca Florio, di Lida Borelli, della zarina Alexandra. Durante l'occupazione tedesca si rifugia nella villa di Vetralla (VT) provvista di uno studio adatto per realizzare opere di grandi dimensioni, fra cui il Monumento equestre a Re Faysal d'Iraq, suo caro amico, e il Monumento equestre a Simon Bolivar. Negli ultimi anni si dedica a opere religiose: le porte bronzee della ricostruita Abbazia di Montecassino e dell'Abbazia di Casamari, la Via Crucis nel Sacrario ai Caduti d'Agrigento. Appassionato di musica, compone e porta in scena alcuni drammi curandone la scenografia e i costumi: La sposa di Corinto, Miranda, Enrico di Mirval, Medea.

F. Sapori, Pietro Canonica scultore, Roma 1960 F. Negri Arnoldi, M. Caraci, Pietro Canonica in Dizionario Biografico degli Italiani, Roma 1975, vol. XVIII, pp. 161-165 D. Durbé, N. Cardano, Canonica scultore e musicista, Roma 1985.