Autodidatta, iniziò a dipingere nello studio di Achille Vertunni che ben presto, accortosi delle qualità pittoriche dell'allievo e pressato dalle commissioni, si avvalse di lui, come di altri pittori quali il Biseo e lo Joris, per abbozzare molti suoi quadri. Frequentò anche l'”Accademia di Gigi” in Via Margutta dove conobbe il Fortuny, dal quale apprese i segreti della tecnica dell'acquarello, nella quale conseguì risultati sorprendenti. I primi lavori furono di soggetto storico come imponevano le regole accademiche che allora ancora imperavano e proprio con un quadro biblico “Il sacrificio d’Abramo”, vinse un importante Concorso all'Accademia dei Virtuosi del Pantheon. Ben presto, però, sensibile e fedele interprete della società dell'epoca cominciò a dipingere scene di genere e paesaggi, quasi tutti dedicati a Roma e a Venezia, città quest'ultima a cui era particolarmente legato provenendo dal Veneto la sua famiglia. Ebbe lo studio a Roma in Via Margutta 48; vastissima fu la sua produzione pittorica quasi esclusivamente eseguita all'acquarello, pur dipingendo altrettanto bene anche ad olio. Nel 1875 fondò con Ettore Roesler Franz la Società degli Acquarellisti in Roma assumendo la carica di segretario e divenendo vice presidente assieme a Santoro nel 1914, poco prima dell'esaurirsi dell'Associazione. Piero Scarpa lo definì il “silenzioso” per il carattere schivo, l'indole tranquilla e per quell'anima ingenua e sensibile che ritroviamo in tanti suoi delicati acquarelli, eseguiti con quella tecnica che, sempre lo Scarpa chiamò “sincerità”. Ciò non gli impediva però di unirsi agli altri amici, pur “esuberanti di vita e rumorosamente giocondi di temperamento”, aggregandosi a loro nelle liete brigate del Circolo Artistico, non disdegnando di indossare con tutta serietà l'uniforme gloriosa degli immortali gendarmi di Cervara. L'anno successivo alla sua morte venne allestita una prima Retrospettiva alla Galleria di Mario Giacomini in Piazza Madama, inaugurata da Saverio Kambo e Adolfo Venturi, mostra che riscosse grande successo di pubblico e di critica.
Prof. Renato Mammucari
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