Giovanissimo, interruppe la carriera di Ufficiale di marina, per dedicarsi all'arte. Si recò quindi a studiare pittura all'Accademia di Firenze dove si mantenne dipingendo delle Madonne, conoscendo e subendo però l'influenza dei macchiaioli ed in particolare di Giovanni Fattori. Nel 1848 si trasferì a Roma con amore di figlio per studiarvi l'arte sacra ma rimase impressionato e commosso dalla desolazione e dallo squallore della Campagna romana e, autodidatta, seguì l'indirizzo artistico di Nino Costa. Vedute della Campagna romana, che rappresentò nella maggior parte dei suoi numerosissimi dipinti animandole con la presenza di bufali e branchi di cavalli selvaggi, butteri - con gli occhi madidi di febbre, le labbra arse, le orecchie traforate dal cerchio d'oro, col cappello a cono legato al mento da lacci bisunti ed i cosciali di pelle di capra - e mandriani al lavoro, sempre con una fedele ricostruzione dei costumi dell'Agro. Dipinse ad olio ed acquarello avvalendosi di un disegno essenziale rapido e a volte sommario, con una gamma di colori povera, uniforme e tenue, pennellate volutamente indecise e sfilacciate. Prof. Renato Mammucari

ESPOSIZIONI: - 1880 Esposizione internazionale, Torino; - 1881 Esposizione di Milano, 1883 Roma e 1884 Torino; - 1911 Mostra del Cinquantenario, Roma; - Venezia; - Dublino. BIBLIOGRAFIA: B. Odescalchi, Lo studio di G. Raggio, Roma 1875; - F. Sapori. Raggio pittore, Torino 1919; - P. Scarpa, Raggio: pittore della palude pontina, in “Il Messaggero”, 13.04.1935; - A. Lancellotti Ricordo del pittore G. Raggio, in “Genova” 10.10.1942; - G. Riva, G. Raggio ed E. Rayper in “Il Corriere Mercantile” 01.12.1953; - C. Pirina, Raggio G., in Grande Diz. Enciclopedico 1971, pagg. 566; - G.L. Marini, Raggio, in Dizionario Enciclopedico dei pittori e degli incisori Italiani, Torino 1975, IX, pagg. 298-9.