Dopo aver frequentato l'Accademia di Belle Arti di Siena, iniziò a scolpire ma “sebbene i primi suoi saggi di scultura fossero buoni, era destinato a mutare strada. Il Mussini, il valentuomo che allora professava all'Accademia senese, da profondo e sicuro conoscitore delle attitudini individuali dei suoi allievi, s'accorse che nel giovane c'era tempra per farne un pittore”. Il Maccari, quindi, fatto un periodo di apprendistato come copista (una società inglese gli commissionò di eseguire le copie degli affreschi del Pinturicchio situati nella libreria del duomo di Siena), divenne ben presto un apprezzato pittore, abile nella magia del colorito, riuscendo particolarmente felice nell'affresco, tecnica questa che gli permetteva di sviluppare tutte le sue qualità rappresentando episodi nei quali le grandiosità decorative ed architettoniche erano bilanciate dalla folla che sempre li animava. Vinto un pensionato, si trasferì a Roma dove “fece prò dei preziosi modelli di ogni scuola, non già per farsi umile pedissequo di questa o quella, ma per raccogliere cognizioni e ispirazioni e per farsi un'idea sulle tecniche speciali dei grandi artisti del risorgimento”. Trascorso un periodo di studio a Venezia, affascinato dalle opere del Tiziano, di Paolo Veronese e del Carpaccio, che molto influirono sulla sua maturazione artistica, visse ininterrottamente a Roma, dove ebbe studio in Via Margutta 53-b, insegnando i segreti della pittura a numerosi allievi tra cui Giuseppe Gabani, Alessandro Battaglia e Giuseppe Aureli. Nel 1875 fondava, con il Franz e “Neno”, la Società degli Acquarellisti in Roma alla cui vita associativa, comunque, partecipò ben poco. Dipinse sia ad olio che ad acquarello; ma la tecnica nella quale raggiunse più alte stazioni artistiche fu l’affresco, particolarmente adatto per i temi storici che prediligeva. Decorò l'interno della reale Cappella del Sudario, la sala dei ricevimenti del Quirinale, la sala dedicata alla memoria del Primo re d'Italia in Siena, la sala dei ricevimenti nel Palazzo del Senato coi fatti più salienti della storia romana, l'Aula massima del Palazzo di Giustizia di Roma.
Prof. Renato Mammucari
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