Dopo la laurea in lettere, si iscrisse all'Istituto di Belle Arti di Napoli ove segue i corsi del Palizzi. Vinti alcuni premi ed un pensionato, poté trasferirsi a Roma per studiare í maestri del Seicento, le cui intonazioni chiaroscurali ritroveremo in diverse sue opere. Dopo un primo periodo dedito ad opere di soggetto storico con forte inclinazione al verismo, sulla scia del Cammarano passò alla rappresentazione delle difficili condizioni della vita contadina con «quadri impegnati sul piano sociale, nei quali raffigura i protagonisti con drammatica evidenza, usando plastici effetti chiaroscurali» (Luciani). Per il suo capolavoro L'erede si ispirò proprio alla tragica vita degli abitanti delle paludi, anche se F. Bellonzi nell'articolo «Patini: gli enigmi di un pittore verista», scritto in occasione della retrospettiva realizzata a Francavilla a Mare, ritiene che L'erede, insieme alle successive tele Vanga e latte e Bestie da soma «compongono un trittico della vita dura della gente diseredata d'Abruzzo». Prof. Renato Mammucari