Nella “Sala internazionale” della Biennale di Venezia del 1912 fece per la prima volta la sua comparsa una tela sorprendente per la coesistenza in essa di semplicità e suggestione, un’opera soave e penetrante: s’intitolava Une chanson du vieux temps (Una canzone dei tempi passati) e gli stessi membri della giuria, quando l’avevano ammessa all’esposizione, ignoravano che l’autrice fosse una donna. Quella “M.” corrispondeva infatti al nome di Margherita (Mara) Corradini. Quando, dieci anni dopo, presentò sempre alla Biennale Ritratto di mio padre, il suo nome era già affermato sia in Italia che all’estero. Nata a Napoli e ivi formatasi presso lo studio del Celentano, aveva deciso di lasciare l’Italia e formarsi all’estero; apparteneva ad una ricca famiglia della borghesia industriale partenopea e poteva mantenersi da sola. Fu così a Monaco di Baviera, dove frequentò lo studio del Lenbach, che probabilmente rafforzò la sua predilezione per il ritratto di carattere intimo, mentre ad Anversa studiò presso il Luyten; ma fu anche in Inghilterra, Belgio, Germania, Svizzera, dove espose in molte occasioni e da dove inviava le sue opere in Italia. Ma anche nel suo paese d’origine ebbe un periodo fiorente ed uno studio presso Villa Lucia (dal 1903 al 1913 circa) dove, si circondò di artisti ed intellettuali.

Esposizioni 1907 Bruxelles, 1909 Gand, 1911 Anversa; Napoli (Promotrice Salvator Rosa); in tale occasione la sua tela Verso sera fu premiata e successivamente acquistata dal Re Vittorio Emanuele III, 1912 Venezia (Biennale), 1913 Londra (Dorè Gallerie); Lipsia, 1920 Torino (Esposizione Internazionale), 1922 Venezia (Biennale); Firenze (Primaverile) Bibliografia Voce Corradini Margherita in I pittori italiani dell’Ottocento, Edizioni il Quadrato, pag. 184; Guido Marangoni, Mara Corradini in “La cultura Moderna”, a. XXX, pp. 13-16