Viti diede origine a una produzione varia e vasta. Era stato allievo di Michele Cammarano e Vincenzo Volpe a Napoli e si unì a Edgardo Curcio, Arturo Bacio Terracina, Raffaele Uccella ed Edoardo Pansini con i quali fondò il gruppo dei ‘Ventitré’ (Gruppo dei 23), ovvero dei secessionisti napoletani. Alcune componenti furono determinanti nella sua produzione: quella simbolista, che conobbe all’Esposizione romana del 1911, quella fauve, quella liberty e, inevitabilmente le proprie tradizioni, che si ritrovano nella sua fase ‘seicentesca’. Negli anni 1912-15 si divise tra opere di decorazione (Napoli, Cinematografo Sala Roma), pittura religiosa (Napoli, San Pietro ad Aram, pala d’altare) e dipinti sperimentali; nel 1927 decorò un salone al Museo della Pesca (Castello di Baia), del Teatro Italia a Napoli, realizzò cartelloni pubblicitari, architetture, scenografie per il cinema, e fu anche illustratore di libri e insegnante presso l’Istituto d’Arte di Napoli. Nel 1950 ricevette il Premio Internazionale Einaudi per la pittura.

Esposizioni 1909 Napoli (I Esposizione giovanile), 1912, 1914, 1920-21, 1922-24 Napoli (Promotrice), Milano (Brera), 1922 Torino (Quadriennale), 1924, 1926, 1928, 1930, 1932, 1934 Venezia (Biennale), 1927 Fiume (Esposizione Internazionale), 1929 Barcellona (Esposizione d’Arte Italiana), 1931 Atene (Settimana italiana), Roma (I Quadriennale), 1932 Torino (Esposizione Internazionale), 1933 Monaco di Baviera, Vienna, New York, 1934 Pittsburgh, 1945-48 Napoli (Galleria Forti, Personale), 1951 Roma (Quadriennale), 1954 Venezia (Biennale, Retrospettiva). Bibliografia L.Vergine, Napoli ’25-’33, Napoli 1971; Gaia Salvatori, Eugenio Viti in In Margine. Artisti napoletani tra tradizione e opposizione 1909-1923, a c. di M.Picone Petrusa, Milano 1986, pp. 95-97; M.Picone Petrusa, L’arte del Mezzogiorno d’Italia dall’unità alla seconda guerra mondiale in Storia del Mezzogiorno, XIV, Napoli, 1991, pp. 206-207, 215, 217-220.