Il fratello Renato che giovanissimo aveva lavorato in America, era collaudatore di aerei presso la Caproni a Bergamo; il fratello più grande, Adolfo (unico allievo di E. Roesler Franz, il pittore di “Roma Sparita”), era pittore avviato. (La sua breve biografia annovera: un lungo soggiorno a Parigi tra il 1912 e il 1914 durante il periodo delle avanguardie gloriose e la partecipazione alla Biennale di Venezia). Alfredo aveva quindi modo di respirare in casa l'Arte e conoscere pittori affermati quali il Franz, Carlandi, Coleman, Cipriani, i tiburtini E. Tani e G. Piccioni e tanti altri del sodalizio dell'«Associazione degli Acquarellisti di Roma». Poi la guerra li porta entrambi al fronte, dove Adolfo (medaglia d'argento al valor militare) muore a 29 anni colpito da una pallottola austriaca sull'Altipiano della Bainsizza. Il fratello Alfredo, allora diciannovenne, l’aveva incontrato sei giorni prima calmo, sereno e che anche in quell'inferno continuava a pensare alla sua pittura!. Forse l'ammirazione e l'affetto per il fratello e le frequentazioni avute nella sua casa portarono lo Scalpelli, tornato dalla guerra, a dedicarsi in un primo momento allo studio della pittura con sicuro profitto. Tivoli, la sua città, richiamava allora numerosi pittori e scultori che si riunivano nel «Circolo Artistico» di via S. Croce. Tra questi anche personaggi che si affermarono in vari campi: il fisico Emilio Segrè, tiburtino, suo grande amico, l'archeologo Rosa nativo anch'egli di Tivoli e lo scultore e pittore Ferruccio Ferrazzi (nativo di Anticoli Corrado) con cui in seguito avrà anche rapporti di lavoro. Solo più tardi intraprende la via dell'Architettura. Si laurea presso la scuola superiore di Architettura di Roma nel 1932. L'attività che più l'attrae è l'urbanistica e leggendo le relazioni ai suoi P.R.G. (Piani Regolatori Generali) si può dire che in tale campo è stato un precursore. L'opera architettonica per Scalpelli è l'apporto coordinato di tutte le arti, anche quelle, minori che derivano dal lavoro artigianale. Da giovane infatti si era esercitato anche nell'intaglio del legno; per questa ragione nel suo operato c’è sempre lo studio preciso del dettaglio e spesso nelle opere pubbliche figurano mosaici e bassorilievi. Un'altra sua passione furono le chiese! A partire da quella di Sabaudia (che curò personalmente), molte altre lo impegnarono nella sua professione. Come avviene per tutte le professioni, il suo lavoro, gli ha procurato molte soddisfazioni, ma anche amarezze dalla sua città, Tivoli, ove furono bloccati interventi urbanistici qualificanti, previsti nel Piano di Ricostruzione, per mentalità ristretta, beghe locali e speculative. Dal 1927 fa parte del "Gruppo Urbanisti Romani" con il quale partecipa a numerosi concorsi, redige numerosissimi Piani Regolatori dei quali risulta vincitore. Nel 1928 partecipa alla I° Esposizione Italiana di Architettura Razionale a Roma, aderisce al gruppo romano del M.I.A.R. e partecipa alla I° Mostra dei Piani Regolatori a Roma. Nel 1945 è membro della Commissione Urbanistica di Sabaudia; dal ’36 al ‘51 è nominato presidente dell'Associazione Artistica Internazionale. E' amico di Duilio Cambellotti e dello scultore Selva che aveva lo studio a fianco del suo in via Vittorio Colonna a Roma. Ricopre inoltre altre cariche: è presidente dell'Ordine degli Architetti di Roma e Lazio, fa parte delle commissioni giudicatrici dei Concorsi Nazionali per la nuova piazza di Pescara, per un quartiere Ina-Casa a Perugia, per un quartiere di case popolari a Roma, per un quartiere Ina-Casa a Taranto. Nella sua attività professionale figurano progetti di Teatri (Lirico di Verona I°Premio), I'Auditorium di Roma (II°Premio), lo Stadio di Salerno, numerose chiese, banche, etc. L'ultima opera disegnata dalla sua mano è la Chiesa al mare di Giulianova, ispirata ad una «paranza» di pescatori.-Prof. Renato
Mammucari.
|