Figlio e nipote di scultori di un certo valore, anche se di scarsa fortuna, apprese i primi rudimenti del disegno dal padre Raffaele e completò poi la sua formazione artistica, più che nella incostante frequenza all'Accademia di Roma, da autodidatta copiando gli affreschi nei Musei Vaticani e nello studio dal vero, che furono i suoi unici maestri. Dopo un primo periodo in cui, spinto da necessità economiche, si dedicò a leziosi soggetti settecenteschi, sullo stile del Fortuny, nel 1882 si indirizzò verso un verismo con intenti sociali ed umanitari di intonazione michettiana probabilmente influenzato dal Carducci e dal D'Annunzio. Un soggiorno parigino nel 1889, assieme a F. P. Michetti, servì a fargli conoscere, attraverso lo studio dei paesisti francesi del 30, un modo del tutto nuovo di ritrarre la natura con un'arte più libera e meno legata alle fredde regole accademiche ed iniziò “quell'epoca febbrile delle ricerche” che, con l'aiuto anche del calore meridionale dell'amico, cominciò a fargli amare l'arte del paesaggio dal vero, aderendo al gruppo costiano In Arte Libertas. Nella sua vastissima produzione pittorica ritrasse, con grande amore e sensibilità, numerosi paesaggi dell'Agro e delle Paludi pontine, animali, nudi, figure ed immagini familiari. Pur essendo un disegnatore abilissimo non fu un ritrattista e soleva giustificarsi dicendo “le facce degli uomini non mi interessano” e da qui nelle sue opere una infinità di capi voltati, chinati o con la fronte al cielo quasi per nascondere i volti. Dipinse, oltre che ad olio, a tempera, acquarello e pastello; riuscì molto bene anche come incisore con le acqueforti e le litografie dedicate all'Agro. Dopo la grande mostra retrospettiva del 1933 inaugurata da Guglielmo Marconi, nel maggio del 1980 se ne è tenuta un’altra ancora più completa a Palazzo Carpegna promossa dall’Accademia di S. Luca ed inaugurata dal Presidente della Repubblica. Sue opere sono conservate nella Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, in quella di Milano, nel Museo Revoltella di Trieste, nella Galleria Ricci – Oddi di Piacenza ed in quella d’Arte Moderna di Piacenza.
Prof. Renato Mammucari
BIBLIOGRAFIA / ESPOSIZIONI
BIBLIOGRAFIA:
- F. Arisi, G.A. Sartorio, Catalogo della Mostra, Piacenza 1971;
- P. Spadini, G.A. Sartorio, Catalogo della mostra, Roma 1973;
- G.L. Marini, G.A. Sartorio, in Dizionarío enciclopedico Bolaffi dei pittori e degli incisori italiani, Torino 1975, X, pagg. 171-2;
- A. Cipriani, Sartorio, Roma 1978;
- B. Mantura G.A. Sartorio, Figura e decorazione, Milano 1989
ESPOSIZIONI:
- 1889 Esposizione di Belle Arti, Parigi;
- 1895-1930 Biennali veneziane.
- 1911 Accademia di S. Luca, Roma
- 1921 Galleria Pesaro, Milano
OPERE
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Si è costituito l'Archivio Atanasio Soldati (Parma 1896-1953) con lo scopo di documentare il lavoro del Maestro e di realizzare il suo primo Catalogo Generale delle opere. L'Archivio, è pronto a ricevere materiale e documentazione su Atanasio Soldati e quanto altro sia utile a ricostruire la vita e le sue opere. È stato costituito anche il Comitato Scientifico per l'archiviazione e il rilascio dell'attestato per le opere originali del Maestro. Il Comitato chiede ai Collezionisti di poter esaminare le notizia di ogni opera, il materiale fotografico o le dichiarazioni di autenticità già rilasciate in passato e in particolare da Augusto Garau (1924-2010). Tutte le opere di comprovata autenticità verranno archiviate e pubblicate sul Catalogo Generale delle opere dell'Artista.