Incisione su
metallo, così detta dall'antico nome dell'acido
nitrico usato come agente corrosivo o mordente.
La tecnica consiste nel riportare il disegno, a graffito,
su una lastra di rame, o zinco, precedentemente ricoperta
di vernice resistente all'azione del mordente e nel lasciarla
poi per qualche tempo in una soluzione di acido nitrico o
di altri reagenti chimici dello stesso comportamento, che
corrodono le parti del metallo lasciate scoperte dal graffito,
rendendole così atte a raccogliere e trattenere, l'inchiostro da stampa. Il procedimento. sviluppatosi In Italia nella cerchia
del Parmigianino e in Germania ad opera del Dùrer,
per la maggior precisione e finezza della morsura
chimica rispetto all'incisione meccanica a bulino e per la grande agevolazione del lavoro manuale dall'azione
dell' acido, si presta alla perfetta resa dei valori sia lineari
che! pittorici del disegno, fin nelle più sottili sfumature
coloristiche e luminose. L’acquaforte aprì ampie
prospettive, tanto come mezzo di riproduzione e divulgazione
di disegni e dipinti (il più comune fino all'invenzione
della fotografia), tanto come nuovo strumento espressivo.
Fu infatti usato con altissimi risultatI, da artisti delle
più svariate tendenze: dai Manieristi cinquecenteschi
a J. Callot , da Rubens ai luministi. olandesi del ‘600
tra cui Rembrandt stesso, la cui produzione segnò uno
dei culmini nella storia dell'acquaforte, dai Tiepolo e dai
vedutisti veneti del Settecento a Goya, dai romantici francesi
ai Macchiaioli toscani, dagli Impressionisti ai maggiori pittori
contemporanei.
Tutte le voci sono tratte da
"Stampa d'arte antica e moderna" prof. Nunzio Solendo - Ed. Bastogi
1982
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