Mario Schifano è considerato uno dei fondatori della “Scuola di Piazza del Popolo” importante movimento per l’arte contemporanea europea. A Roma la sua prima personale è del 1959 mentre l'anno seguente espone con Angeli, Tano Festa, Lo Savio e Uncini. Nel 1962 espone a New York ed entrando in contatto con Dine e Kline conosce la Pop Art che interpreta con opere oggi ricercatissime. Nel 1964 si interessa di cinema e riceve l'invito dalla Biennale di Venezia (come nel 1982 e nel 1984). Comincia a realizzare opere ispirate al Futurismo. Tra gli anni Settanta e Novanta è presente ad importanti mostre: “Vitalità del negativo nell’arte italiana 1960-70", “Contemporanea” a Roma, all’Università di Parma, alla Galleria d’Arte Moderna di Bologna, al Palazzo dei Diamanti di Ferrara, al Centre George Pompidou di Parigi, “Arte e critica 1980”, a cura di Maurizio Calvesi; “Identité italienne” a cura di Germano Celant; “Arte italiana nel XX secolo” nella Royal Academy di Londra, al Palais des Beaux-Arts di Bruxelles. Nel 1990 il Palazzo delle Esposizioni di Roma, gli dedica una importante rassegna come quelle del Museo di Belle Arti di Buenos Aires (1997) e della Fondazione Wifredo Lam all’Avana nel 1998. Riceve il Premio S. Giorgio di Donatello nel 1997, per le vetrate policrome della basilica di Santa Croce a Firenze. Muore a Roma nel 1998.
L´Opera, racchiusa in Cornice, è proposta a € 480.
La litografia di Godefroy Engelmann del 1830 è tratta da un disegno di T. Antoine Jean-Baptiste (Parigi 1791-1834), facente parte del volume "Un an à Rome et dans ses environs", edito a Parigi da Villain nel 1823, che ambienta la scena nel covo dei briganti nelle grotte di Sperlonga che così viene descritta: «I briganti italiani hanno trovato il mezzo di procurarsi denaro senza uccidere le loro vittime: fanno sapere alle famiglie delle persone che hanno rapito quale sarà la loro sorte, e chiedono un riscatto, più o meno elevato, e che è l’unico mezzo per salvar loro la vita e rimetterli in libertà. Se il denaro non viene portato nel posto convenuto, i loro ostaggi vengono messi a morte senza pietà. Questa tattica, che riesce spesso, è allo stesso tempo un salvaguardia per i briganti perché se venissero scoperti quando hanno ancora in loro potere personaggi importanti, ci si può attendere qualunque cosa dalla loro crudeltà. Questi miserabili in genere sono di solito persone conosciute; possiedono una casa, un campo, dei greggi che affidano alla sorveglianza di una legittima sposa mentre loro si dedicano al brigantaggio al quale sembrano essere chiamati da una vocazione irresistibile».
Testi dove è presente questa opera:
"Briganti laziali, Testimonianze incise di un'immagine" a cura di V. De Caprio e R. Mammucari, Ed. LuoghInteriori 2015. (Questo testo sarà dato in omaggio per almeno tre opere acquistate)
L’Opera, racchiusa in pregiata Cornice e provvista di un Certificato di Autenticità, è proposta a € 120.
Per gli stranieri i briganti erano “straordinariamente pittoreschi” e che possedesse denari e viveri in gran quantità. Se dopo qualche ricatto o grassazione, il capobanda poteva disporre di mezzi finanziari ragguardevoli, le difficoltà di spenderli rendeva questa moneta quasi inutile negli usi comuni della vita errante. Forse qualcuno tra i più influenti di questi capi tornava da Roma, con centinaia di scudi, ma in generale, il possesso più ambito consisteva in armi, munizioni e bestiame. Nessun brigante, difatti, ucciso o fatto prigioniero, venne mai trovato in possesso di somme rilevanti. Ma la fantasia popolare, non paga, creò ipotetici nascondigli dei briganti, con immense fortune accumulate con continui ricatti, con le incessanti rapine o con i rapimenti di giovani ragazze come documenta la litografia di Jean Aubert, tratta da un disegno di C. Joseph Travies de Villers (1804-1859).
Testi dove è presente questa opera:
"Briganti laziali, Testimonianze incise di un'immagine" a cura di V. De Caprio e R. Mammucari, Ed. LuoghInteriori 2015. (Questo testo sarà dato in omaggio per almeno tre opere acquistate)
L’Opera, racchiusa in pregiata Cornice e provvista di un Certificato di Autenticità, è proposta a € 120.
Una famiglia è nascosta in un tronco di un grosso albero. Ma chi può essere così intimorito dai militari? Nella xilografia di Antoine Maurin del 1840 tratta da un olio di L. Louis Robert, il brigante ha perso tutta la ferocia di taglieggiatore di piccoli borghi. Anzi probabilmente l’uomo è diventato un sovvertitore dell’ordine sociale proprio perché “tiene famiglia” e una famiglia deve essere mantenuta anche quando non c’è lavoro, quando non c’è da mangiare, quando lo sfruttamento è insopportabile. Anche per questo si può diventare banditi. L'opera da cui è tratta la litografia è di Lèopold-Luis Robert pittore franco-svizzero, nato nel 1794 da una famiglia di orologiai ma che ben presto si dedicò all’incisione e alla pittura fino ad arrivare a Parigi alla scuola del David. Nel 1818 arrivò in Italia e fu molto prolifico sul tema brigantaggio anche perché il mercato tirava. I borghesi benestanti che magari non potevano permettersi un reale Grand Tour potevano però sentire i brividi del viaggio e delle sue avventure comprando un quadro od una litografia e in tal modo, non rischiavano un vero incontro ravvicinato con i banditi. Qui Robert ha però invertito il momento del brivido, non è più il viaggiatore, la preda che rischia la cattura, ma è il predatore che viene cacciato. La tensione è visibile nei volti e nei gesti anche della donna che cerca di proteggere i piccoli o magari tenta di non farlo piangere per non segnalare la loro presenza ai militari-cacciatori. Non sappiamo di quali delitti e soprusi si sono resi artefici gli uomini, ma in questo momento neanche ci interessano; sappiamo solo di essere dalla parte della famiglia e non dalla parte del Potere. Ce la faranno? Scamperanno alla cattura? Non lo sapremo mai.
Testi dove è presente questa opera:
"Briganti laziali, Testimonianze incise di un'immagine" a cura di V. De Caprio e R. Mammucari, Ed. LuoghInteriori 2015. (Questo testo sarà dato in omaggio per almeno tre opere acquistate)
L’Opera, racchiusa in pregiata Cornice e provvista di un Certificato di Autenticità, è proposta a € 140.
Una famiglia è nascosta in una rocciosa grotta. Ma chi può essere così intimorito dai militari? Il dubbio è certamente fugato dall’uomo che si intravvede fuori: un militare in divisa e probabilmente impegnato in un servizio di “caccia” ai briganti. Nella litografia di Alfred Krausse anche il brigante “tiene famiglia”. Anzi probabilmente l’uomo è diventato un sovvertitore dell’ordine sociale proprio perché “tiene famiglia” e una famiglia deve essere mantenuta anche quando non c’è lavoro, quando non c’è da mangiare, quando lo sfruttamento è insopportabile. Certo per il potere costituito si è solo un ricercato da catturare, giudicare, condannare e, spesso sommariamente, anche subito giustiziare e, sovente, non solo lui ma anche la moglie ed i figli possono subire la stessa sorte. È accaduto spesso, soprattutto nel periodo post unitario dell’Italia savoiarda, che intere comunità siano state messe a ferro e fuoco per snidare chi la famiglia cercava di aiutare e riparare. Storie vere, a volte solo verosimili ed altre anche totalmente inventate, ma che tutte lasciavano un segno nel territorio e nella memoria. Storie che, proprio per questo, non potevano non essere catturate dall’arte, dalla letteratura in particolare e dalla pittura e che viaggiatori del Grand Tour o artisti del periodo non potevano certo trascurare questo fenomeno sociale.
Testi dove è presente questa opera:
"Briganti laziali, Testimonianze incise di un'immagine" a cura di V. De Caprio e R. Mammucari, Ed. LuoghInteriori 2015. (Questo testo sarà dato in omaggio per almeno tre opere acquistate)
L’Opera, racchiusa in pregiata Cornice e provvista di un Certificato di Autenticità, è proposta a € 180.
Questa Litografia di Samuel William Reynolds (Londra 1794-1872) desunta da un dipinto di Charles Lock Eastlake (Plymouth 1793 - Pisa 1865) e stampata a Londra nel gennaio del 1826 da Hurst Robinson e C., ci restituisce un atto di amore della donna che aveva preso la via della macchia per stare vicino al suo uomo, qui è nel gesto di resa per salvare la vita al suo compagno che in un combattimento con i gendarmi pontifici era rimasto gravemente ferito.
Testi dove è presente questa opera:
"Briganti laziali, Testimonianze incise di un'immagine" a cura di V. De Caprio e R. Mammucari, Ed. LuoghInteriori 2015. (Questo testo sarà dato in omaggio per almeno tre opere acquistate)
L’Opera, racchiusa in pregiata Cornice e provvista di un Certificato di Autenticità, è proposta a € 180.
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Si è costituito l'Archivio Atanasio Soldati (Parma 1896-1953) con lo scopo di documentare il lavoro del Maestro e di realizzare il suo primo Catalogo Generale delle opere. L'Archivio, è pronto a ricevere materiale e documentazione su Atanasio Soldati e quanto altro sia utile a ricostruire la vita e le sue opere. È stato costituito anche il Comitato Scientifico per l'archiviazione e il rilascio dell'attestato per le opere originali del Maestro. Il Comitato chiede ai Collezionisti di poter esaminare le notizia di ogni opera, il materiale fotografico o le dichiarazioni di autenticità già rilasciate in passato e in particolare da Augusto Garau (1924-2010). Tutte le opere di comprovata autenticità verranno archiviate e pubblicate sul Catalogo Generale delle opere dell'Artista.