La polizia pontificia così descriveva Gasbarrone (quì in un tipico ritratto del Marroni del 1839) nella scheda segnaletica diffusa nel 1814 a tutte le gendarmerie dello Stato della Chiesa: «Di statura alta, corporatura snella, viso ovale, bocca, mento e naso regolari, poco vaiolato, barba nascente color castagno, capelli simili legati a codino avente alle orecchie gli orecchini d’oro a navicella, vestito di pezze e ciocie, calzoni corti, corpetto e giacchetta di velluto blu, cappello di feltro negro tondo a cupolone». Descrizione che coincide con quella che ne darà Charles Diskens nei "Pictures from Italy" del 1844, per il quale questo eroe era vestito da una «giacchettina piuttosto attillata», le gambe erano «involtate in un paio di pantaloni corti di velluto » e le ginocchia «dovevano essere intrecciate da una quantità di fasce e legature complicatissime». Gasparone, il capo supremo della famigerata “banda della Faiola”, meglio conosciuto come il Passator Cortese, il Livellatore, il Robin Hood della Maremma, inflessibile con i traditori ma generoso con la sua gente, specie con bambini e vecchi. (F. Zambelli)
Testi dove è presente questa opera:
"Briganti laziali, Testimonianze incise di un'immagine" a cura di V. De Caprio e R. Mammucari, Ed. LuoghInteriori 2015.
L’Opera, racchiusa in pregiata Cornice e provvista di un Certificato di Autenticità, è proposta a € 150.
Dei briganti, dove qui si propone il superbo ritratto del Capo Mazzocchi di C. Étienne Pierre Motte si “impadronirono” – a parte la divagazione letteraria del Pascoli sul Passator cortese “re della strada e re della foresta” – i cantastorie, sempre alla ricerca di nuovi “eroi” che facessero presa sul popolino, per cui, con l'inconsapevole compiacenza di quel tanto di “senso di rivalsa” che c’era in ognuno di quei poveri contadini, ben presto, ed a volte mentre erano ancora in vita, i briganti finirono per entrare nella fantasia prima e subito dopo addirittura nelle leggenda. A divulgare il brigante nell’immaginario collettivo, ci pensarono sia i poeti a braccio con improvvisazioni poetiche che imitavano le grandi narrazioni epiche dell’Eneide virgiliana (“L’armi canto e i’ valor del grande eroe”), dell’Orlando Furioso di messer Ludovico Ariosto (“Le donne, i cavallier, l’arme, gli amori. / le cortesie, l’audaci imprese io canto”) e della Gerusalemme Liberata del Tasso sia gli artisti con opere come questa riprodotta nelle quali il brigante Mazzocchi viene rappresentato appunto come un “eroe” che ruba ai ricchi per dare ai poveri. (F. Zambelli)
Testi dove è presente questa opera:
"Briganti laziali, Testimonianze incise di un'immagine" a cura di V. De Caprio e R. Mammucari, Ed. LuoghInteriori 2015.
L’Opera, racchiusa in pregiata Cornice e provvista di un Certificato di Autenticità, è proposta a € 150.
"Raccolta de’ fatti li più interessanti eseguiti dal Capo Brigante Massaroni per la strada che da Roma conduce a Napoli", stampata anche a Londra nel 1823, utilizzando gli stessi rami di Bartolomeo Pinelli (1781 – 1835) con la traduzione in inglese del testo, descrive in dieci stampe oltre al ritratto di Massaroni, i vari momenti della vita di questo capo brigante, quasi nel tentativo di avvicinare le sue gesta a quelle degli altri “eroi” già illustrati all’acquaforte a cominciare dal Don Chisciotte della Mancia. «Ci sono sempre briganti sulle nostre montagne, ce ne saranno sempre finchè l'acqua resterà nelle sorgenti e le capre sulle rocce». La triste profezia dell'efferato Massaroni, il Mancinello protagonista leggendario dello scenario del brigantaggio pontificio, la dice lunga su una realtà storica in cui le “braccia” oppresse e affaticate si ribellano a “menti” proterve e prepotenti. (F. Zambelli)
L’Opera, racchiusa in pregiata Cornice e provvista di un Certificato di Autenticità, è proposta a € 120.
L’acquaforte di Bartolomeo Pinelli (1781 – 1835) il “sor Meo” del Belli, qui proposta, fa parte di un Album inciso nel 1822 dal titolo "Costumi e fatti dei Briganti che infestarono le campagne degl’Appennini fra Roma e Napoli", tirato in pochissimi esemplari per ordine di S.E. il conte Nicola di Gourief e contenente venticinque tavole incise all’acquaforte i cui rami, ricorda Oreste Raggi, “furono definitivamente recati in Russia”. Riguardo alla divisione del bottino è sempre il meticoloso Pietro Masi, che fu compagno del brigante Gasparoni, a scrivere: «Ai novizi soltanto la somma necessaria per rimborsare al capo della banda il prezzo delle armi che avevano ricevuto, senza un soldo di più. Quelli che avevan già partecipato ad un primo bottino avevano potuto così liberarsi da questo debito e avevano diritto a una quota-parte più grande, ma sempre inferiore a quella degli anziani. È impossibile dunque precisare le differenze ammesse nella ripartizione del bottino, ma posso dire che erano considerevoli, e questo era rivelato dalla cura con cui gli anziani nascondevano la loro porzione».
Testi dove è presente questa opera:
"Briganti laziali, Testimonianze incise di un'immagine" a cura di V. De Caprio e R. Mammucari, Ed. LuoghInteriori 2015.
L’Opera, racchiusa in pregiata Cornice e provvista di un Certificato di Autenticità, è proposta a € 140.
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Si è costituito l'Archivio Atanasio Soldati (Parma 1896-1953) con lo scopo di documentare il lavoro del Maestro e di realizzare il suo primo Catalogo Generale delle opere. L'Archivio, è pronto a ricevere materiale e documentazione su Atanasio Soldati e quanto altro sia utile a ricostruire la vita e le sue opere. È stato costituito anche il Comitato Scientifico per l'archiviazione e il rilascio dell'attestato per le opere originali del Maestro. Il Comitato chiede ai Collezionisti di poter esaminare le notizia di ogni opera, il materiale fotografico o le dichiarazioni di autenticità già rilasciate in passato e in particolare da Augusto Garau (1924-2010). Tutte le opere di comprovata autenticità verranno archiviate e pubblicate sul Catalogo Generale delle opere dell'Artista.